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Edgar Reitz domani al Lumière

15 aprile 2014

Il regista di Heimat, Edgar Reitz, sarà domani, mercoledì 16 aprile, al Cinema Lumière (Piazzetta Pasolini, 2/b) per incontrare il pubblico al termine della proiezione delle ore 18, del quarto capitolo della saga: Die Andere Heimat – L’altra patria.
Il film della durata di 3 ore e 40 minuti, che vedremo in versione originale con sottotitoli italiani, sarà intervallato da un piccolo rinfresco organizzato in collaborazione con il Centro Costa.

A partire dalla fine degli anni settanta Edgar Reitz, regista capofila  (insieme a Wim Wenders, Rainer Werner Fassbinder e Werner Herzog) del cosiddetto Nuovo cinema tedesco, iniziò un progetto che intendeva ricostruire la storia del Novecento tedesco, attraverso le vicende della famiglia Simon di Schabbach.
Con Die Andere Heimat, la monumentale saga di Reitz giunge al suo quarto capitolo con un prequel che racconta un dramma familiare e una storia d’amore, ambientati sullo sfondo di una tragedia dimenticata: la grande emigrazione di centinaia di migliaia di europei nell’America del Sud intorno alla metà dell’Ottocento, nel tentativo disperato di sottrarsi alle carestie, alla povertà e al dispotismo che dominavano i loro paesi. “Il tempo che ci separa dagli eventi di questa storia è di appena 160 anni, ma si è trattato di un viaggio in una Germania diversissima e quasi completamente dimenticata, in un paese sfigurato da una miseria opprimente”, dice Edgar Reitz.



Mercoledì 16 aprile, ore 18, Cinema Lumière (Piazzetta Pasolini, 2/b)
DIE ANDERE HEIMAT – CHRONIK EINER SEHNSUCHT (Germania/2013) di Edgar Reitz (220’)
Versione originale con sottotitoli italiani
Al termine incontro con Edgar Reitz
Tra la prima e la seconda parte piccolo rinfresco in collaborazione con il Centro Costa
In collaborazione con Festival del film Locarno – L’immagine e la parola e Goethe-Zentrum Bologna
“L’ambientazione è la solita, il villaggio di Schabbach, ma lo sfondo è quello della Germania rurale di metà Ottocento, in un periodo di fame e povertà, segnato dall’emigrazione verso il lontano Sud America. Reitz narra la storia di due fratelli di fronte al più difficile dei dilemmi: restare o lasciare la propria terra, con genitori vecchi e malati e una modernità che sembra sempre alle porte ma non giunge che attraverso echi lontani. Reitz, rispetto a un terzo capitolo denso ma interlocutorio, sembra in questo caso avere idee chiarissime, e nella Germania del 1842 – senza peraltro eccedere in didascalismi – individua un passaggio storiografico epocale, tra Prussia e provincia, artigianato e progresso tecnologico, collettività e identità, aspirazioni personali e regole comunitarie” (Roy Menarini).

 

Ufficio stampa Cineteca di Bologna
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