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'Il Casanova' di Fellini, tra cinema e letteratura

13 settembre 2010

Un docente di letteratura per cogliere il filo rosso che lega due capolavori lontani nel tempo, e appartenenti a due mondi dell’arte invece così vicini: gli scritti di Giacomo Casanova e Il Casanova di Federico Fellini.
In programma domani, martedì 14 settembre alle ore 21 al Cinema Lumière, Il Casanova di Fellini verrà presentato proprio dal professor Bruno Capaci, dell’Università di Bologna. Diretto nel 1976 e interpretato – nel ruolo del protagonista – da Donald Sutherland (ma non dimentichiamo l’apporto imprescindibile di Gigi Proietti al doppiaggio), il film si basa fondamentalmente sull’Histoire de ma vie di Casanova, rivisitata dal genio immaginifico di Fellini, ma non solo: fu infatti Danilo Donati, con la sua rilettura dei costumi settecenteschi, a cavallo tra realismo filologico e invenzione pura, ad assicurarsi l’Oscar nel 1977.

I martedì del Cinema Ritrovato. Film restaurati, autori e generi da svelare
Martedì 14 settembre, ore 21, Cinema Lumière
CASANOVA DI FEDERICO FELLINI (Italia/1976) di Federico Fellini (165’)
Dopo la mostra al MAMbo, la lunga retrospettiva al Lumière e in piazza Maggiore, non potevamo non completare la filmografia felliniana con Casanova, il suo film più funereo e immaginifico.
"Mi sembra che il volto di Donaldino [Donald Sutherland] fosse perfettamente adatto all'immagine di un italiano immaturo, infantile, una specie di Pinocchio nell'utero, che era l'immagine che avevo del vero Casanova, che consideravo essere uno stronzo, uno stupido, un idiota. Solo un grande attore professionista come Sutherland poteva effettivamente incarnare queste qualità negative. [...] Il vero Casanova non è mai propriamente nato, è il significato dell'inizio del film con la gigantesca testa nera di venere che, sguardo sbarrato e occhi sporgenti, sorge dalla superficie del Canal Grande [...] Il Casanova fu il prodotto della disarmante intenzione di un regista di prendere delle parti della sua vita e gridare le sue scoperte dai tetti di Roma. Il film m'insegnò che l'assenza dell'amore è la peggiore sofferenza che si possa sopportare". (Federico Fellini)
Copia proveniente da CSC – Cineteca Nazionale
Introduce Bruno Capaci

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