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IL LABIRINTO DEL FAUNO

(El laberinto del fauno, Spagna-Messico/2006) di Guillermo del Toro (118')
Introduce Roy Menarini

Sceneggiatura: Guillermo del Toro. Fotografia: Guillermo Navarro. Montaggio: Bernat Vilaplana. Scenografia: Eugenio Caballero. Musica: Javier Navarrete. Interpreti: Ivana Baquero (Ofelia), Sergi López (capitano Vidal), Maribel Verdú (Mercedes), Doug Jones (Fauno/Uomo pallido), Ariadna Gil (Carmen), Álex Angulo (dottor Ferreiro), Manolo Solo (Garcés), César Vea (Serrano), Roger Casamajor (Pedro), Pablo Adán (narratore/voce del Fauno). Produzione: Álvaro Augustín, Alfonso Cuarón, Bertha Navarro, Guillermo del Toro, Frida Torresblanco per Estudios Picasso, Telecinco, Tequila Gang, Esperanto Filmoj, Wild Bunch.
Versione originale con sottotitoli italiani e inglesi

Il labirinto del fauno si svolge in Spagna dopo la Guerra civile, all'epoca del Generale Franco e si occupa dell'essenza stessa del fascismo; nel film il fascismo non viene trattato in modo diretto ed esplicito, ma in maniera per così dire simbolica, codificata. Per me il fascismo rappresenta l'orrore con la O maiuscola e proprio per questo diventa l'argomento ideale attraverso il quale raccontare una favola per adulti, poiché il fascismo è innanzitutto una forma di perversione dell'innocenza, e quindi dell'infanzia. [...] Sono sempre stato influenzato dal grande pittore spagnolo Goya, soprattutto dai suoi ‘dipinti neri', che per me restano i più impressionanti. Saturno che divora i suoi figli è stata una delle maggiori fonti di ispirazione per il personaggio dell'Uomo Pallido, uno degli abitanti principali del labirinto. [...] Ho sempre preferito mischiare tra loro generi diversi, come per esempio mettere insieme un film dell'orrore e un film storico. Per me, Il labirinto del fauno è un film drammatico ambientato in un contesto di guerra, con l'aggiunta delle fate e degli elementi mitologici. (Guillermo del Toro)

Di norma, le fantasie orrorifiche emergono da situazioni di normale quotidianità, ma non c'è nulla di quotidiano nella realtà del Labirinto del fauno. Il film è ambientato nei pressi di un mulino e di una foresta nel nord della Spagna cinque anni dopo la fine della Guerra civile, nel 1944, quando i Repubblicani ancora speravano nell'aiuto degli Alleati - aiuto che non arriverà mai. È una situazione disperata, ma gran parte della storia è narrata dal punto di vista di una ragazzina di nome Ofelia, che non comprende appieno ciò che le sta accadendo intorno [...].
Il labirinto del fauno è una fiaba per adulti, anche se adotta uno sguardo infantile sul bene e sul male. Si muove avanti e indietro dalla Spagna fascista all'immaginazione di una bambina come se si trattasse di universi intercambiabili - e che si possono includere nella stessa inquadratura. Come Cuadecuc, Vampir (1970) di Pere Portabella e Lo spirito dell'alveare (1973) di Victor Erice, il film affronta l'horror in modo tradizionale, come derivazione del romanzo gotico e prima ancora del medioevo. Ma qui l'orrore coincide con il fascismo di Franco, il cattivo è il capitano fascista, che dà la caccia, tortura e uccide i Repubblicani. Anche se le fantasie di Ofelia hanno i loro momenti spaventosi e raccapriccianti, l'orrore del capitano alla fine surclassa ogni sua immaginazione, perché è più reale e metafisico - una
minaccia che sembra contagiare l'intero universo. L'unico equivalente nel rendere la percezione della paura di un bambino è il predicatore psicopatico interpretato da Robert Mitchum in La morte corre sul fiume. Una visione metafisica, ripresa attraverso il filtro della poesia.(Jonathan Rosenbaum)

Proiezioni:
Sabato 28 luglio 2018
Piazza Maggiore
21.45
L'evento è parte di: Sotto le stelle del cinema 2018
Lingua originale con sottotitoli Lingua originale con sottotitoli

Tariffe:

Ingresso libero

Dettagli sul luogo:

Documenti

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Tipo di File: PDF Dimensione: 1.62 Mb